Monte Ebro e Monte Chiappo
da Piuzzo
valle Borbera, provincia di Alessandria
In breve
Difficoltà: E
Punto di partenza: Piuzzo
Dislivello: 760 + 300 circa
Tempi:
Miei: 2.40 da Piuzzo alla vetta del monte Chiappo, ma ad andatura piuttosto sostenuta (ipotizzo 3.30 come tempo "normale")
Ufficiali: non conosciuti
Data escursione: aprile 2008
Premessa
L'Ebro è una bella montagna erbosa che domina le valli Borbera e Curone, e coi suoi 1700 m è il punto più alto della Provincia di Alessandria. Il panorama dalla vetta, nelle giornate limpide, spazia dagli appennini alla pianura, e dalle Alpi al mare.
Dall’Ebro si raggiunge in breve, seguendo il crinale, anche la vetta del monte Chiappo, che è punto di incontro di tre regioni (Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna), mentre una quarta (la Liguria) è solo una valle più in là…
Su Anfablopir.com l’homo appenninicus vi descrive quattro itinerari per la salita all’Ebro:
- dal versante sud-ovest, partendo da Piuzzo, descritto in questa pagina;
- il giro delle 12 fontane, che parte anch’esso da Piuzzo e in parte può essere combinato con questo itinerario;
- da Cabella Ligure via Pobbio, per il versante ovest della montagna;
- dal versante sud-est, partendo da Capanne di Cosola (è la via più corta e con minor dislivello).
Accesso in auto
Sull'Autostrada A7 Genova-Milano, si esce al casello di Arquata Scrivia / Vignole Borbera, in provincia di Alessandria. Usciti dal casello si prende a destra la strada per la Val Borbera.
Dopo circa 23 km, la strada provinciale arriva a Cabella Ligure (474 m slm). Passato il paese, dopo circa un chilometro c'è un'improvvisa deviazione a sinistra per Teo e Piuzzo. La strada, un po' stretta ma con percorso intelligente e poco ripido, sale per circa 6 Km, offrendo belle vedute sulla Val Borbera, fino a Piuzzo, ove si lascia l'auto.
Itinerario
Dalla piazzetta a monte della chiesa di Piuzzo (940 m)(foto 1) si trascura il segnavia biancorosso (sentiero n.221) che va a destra (è l'interessante percorso ad anello delle 12 fontane), per salire invece in pochi metri ad una grande fontana-lavatoio.
Da qui si prende a sinistra in salita una stradina, e ancora dopo pochi metri, svoltando a destra, si incontra una seconda fontana.
Si prosegue diritto, raggiungendo una strada sterrata che si attraversa e, sempre diritto, si continua su una evidente mulattiera, abbastanza ripida, con fondo sassoso, che entrata nella boscaglia diviene per breve tratto un sentiero, prima di incontrare nuovamente la sterrata nei pressi di una costruzione in muratura, poco sotto un colletto (0.15)(1103 m circa). (Volendo, anziché prendere la mulattiera, dal paese si può proseguire sulla sterrata e raggiungere la costruzione ed il colletto con percorso decisamente più lungo ma anche più panoramico).
Dal colletto la sterrata procede verso destra, e da qui in avanti procede a ridosso del costolone boscoso (chiamato prima Costa di Branca, poi Costa delle Braglie, e quindi Costa Rivassa).
Poco dopo il colletto si aprono viste sul paese di Pobbio (altro punto di partenza per salire all'Ebro: vedi escursione) e la dorsale dei monti Cosfrone ed Ebro; in meno di dieci minuti si raggiunge un bivio (1130 m circa): va trascurato il ramo di sinistra, che prosegue in piano, per prendere quello di destra, in salita.
Sempre su un buono sterrato si procede, con un tratto in discesa e poi pianeggiante, fino ad una radura (0.50)(1260 m circa), dove troviamo un altro bivio (foto 2): lo sterrato prosegue a sinistra, in discesa (probabilmente verso Pobbio), mentre noi prendiamo a destra (verso est) la mulattiera che sale e in breve raggiunge la malga di Costa Rivazza (0.55)(segno bianco-rosso, e palina in legno che indica la Fontana de Burdella e la quota, 1287 m). La malga consiste in un grosso rudere e una costruzione più piccola.
Si attraversa un bel pratone, seguendo uno sterrato che scende a sinistra (è da trascurare invece lo sterrato che sale sulla destra tra gli alberi), e in pochi minuti si passano due rii. Da qui lo sterrato continua a salire in una bella faggeta con percorso ad ampi tornanti; arrivati quasi alla fine del bosco occorre abbandonare lo sterrato quando si incontra (1.20)(1460 m circa) una mulattiera (nei pressi, piccolo ometto di pietre) che sale sulla destra (est) a raggiungere il crinale; anche lo sterrato, probabilmente, proseguendo arriva sul crinale, ma molto molto più in basso.
Lasciato quindi lo sterrato si sale allo scoperto, verso est, lungo una traccia che taglia per ripidi prati, all'inizio non proprio evidentissima, anche se si può intuire la prima parte del percorso (foto 3): con un zig-zag raggiunge un piccolo pianoro (usato da mucche al pascolo), da qui piega a sinistra, e poi a destra fino ad un colletto. Da questo punto pianeggiante è ben individuabile e vicino (foto 4) il punto di arrivo sul crinale erboso, e anche il percorso segue un evidente solco ed è quindi più facile da seguire.
Ma prima di muoversi da questo pianoro e raggiungere il crinale occorre sapere che pochi metri a destra (grosso modo a est) passa il sentiero 221 (segnavia bianco-rosso) che, con percorso assai più lungo, viene anch’esso da Piuzzo, e che dal punto in cui ora ci troviamo prosegue verso est tagliando in costa le pendici meridionali del monte Ebro fino alla Bocca di Crenna: proprio questa, se si vuole, può essere un’interessante variante al ritorno.
Memorizzato il punto dove, in un modo o nell’altro, dovremo tornare, saliamo verso l’intaglio e raggiungiamo finalmente il crinale (0.25 dallo sterrato, 1.45 d Piuzzo)(1655 m circa).
Ci troviamo tra il monte Cosfrone e l'Ebro, sulla mulattiera di crinale che risale dal Colle Trappola fino all'Ebro. Su questo tratto di mulattiera (fino in vetta all'Ebro, ma anche oltre, per tutto il percorso dall'Ebro al Chiappo) è stata impiantata una recinzione per animali, sui cui pali si vedono di tanto in tanto i segnavie bianco-rossi; è utile da sapere (per un eventuale ritorno da questa parte) che il nostro sentierino sbuca sul crinale proprio nei pressi di un segnavia bianco-rosso che riporta scritto il n.200 (è uno dei pochi segnavie a riportare il numero del sentiero).
Raggiunto dunque il crinale (foto 5) si va a destra, salendo verso la visibile croce dell'Ebro, e si raggiunge in breve la vetta (1.55) (1700 m)(foto 6).
Dalla vetta (1700 m)(croce e cippo) il panorama è assai vasto ed interessante. Verso est/sud est, tra i monti più importanti e vicini spiccano, dietro Chiappo, Cavalmurone e Legnà in primo piano, i monti Lesima, Alfeo e, più a sud, l’Antola. Si è proprio sopra la parte terminale della Val Borbera, con la strada per le Capanne di Cosola.
Alle spalle dell'Ebro (NO) si vedono invece le pendici boscose del vicino Giarolo, e a N si apre dinnanzi la Val Curone.
Verso ovest la Val Borbera, con uno spicchio più o meno ampio della pianura alessandrina e, a seconda della visibilità e della luce, le lontane Alpi.
Per il monte Chiappo si prosegue lungo il crinale, sempre avendo la brava recinzione alla nostra sinistra (foto 7), scendendo per un ripido pendio fino alla Bocca di Crenna (2.10)(1553 m)(foto 8). Qui si incontra una palina in legno e una sterrata che viene dalla val Curone. Purtroppo si sono persi 150 m di quota, che dobbiamo adesso risalire, sempre lungo il crinale, fino alla vetta del Chiappo (2.40)(1699 m). Poco prima della vetta confluisce nella nostra mulattiera anche il sentiero che sale da Capanne di Cosola.
Nei pressi della vetta del Chiappo, sormontata da una statua di San Giuseppe (foto 9), c'è un rifugio (foto 10) e anche l'arrivo della seggiovia dal sottostante Pian del Poggio.
Il monte Chiappo offre una bella vista sul vicino Lesima e il passo del Giovà, nonché sulla valle Staffora. Un pannello in legno nei pressi segnala anche che la vetta è sull'itinerario della Via del Sale, che collega Varzi (provincia di Pavia) a Sori (provincia di Genova)( leggi qui l’itinerario) seguendo tutta la dorsale fino all'Antola, di qui ben visibile (foto 11). Spicca anche l'elegante Alfeo (foto 12), il cui versante nord è davvero imponente.
Ritorno
Si ripercorre la stessa strada dell'andata (io ho impiegato 2 ore).
Come detto è però possibile un’interessante variante: alla Bocca di Crenna, anziché risalire sull’Ebro e da qui ritornare sulla traccia dell’andata, si può seguire un sentiero segnato (segno bianco-rosso; è il n.221, anche se non c’è scritto) che stacca sulla sinistra (direzione: sud-ovest), poco dopo la palina della Bocca di Crenna; con percorso quasi pianeggiante, superata una bella fontana, questo sentiero taglia le pendici meridionali dell'Ebro e vi riporta al pianoro sotto l’intaglio (di cui abbiamo parlato all’andata). Occhio che a questo punto occorre abbandonare il sentiero segnato per riprendere la traccia che scende allo sterrato; se non lo fate, e continuate a scendere sul sentiero n.221, niente paura: tornate comunque a Piuzzo, ma con un percorso molto più lungo e arzigogolato (è descritto nell’itinerario delle 12 fontane).
Commento
L'itinerario si svolge su percorso facile ma è quasi completamente non segnato. E' sconsigliato pertanto se non c'è una visibilità più che adeguata; tutti gli itinerari dell’Ebro d'altronde sono comunque insidiosi in caso di scarsa visibilità.
Sia l'Ebro che il Chiappo offrono panorami eccelsi sull'appennino, la pianura, ed il mare (in giornate limpide). Meritano una visita. Se si vuole ridurre lo sforzo, si può arrivare in macchina fino a Capanne di Cosola, e da lì al Chiappo credo ci voglia meno di un'ora. Quanto alla seggiovia del Chiappo (ma allora… siamo alla frutta!) credo funzioni, ma solo d'estate.
Attenzione!
La descrizione di questo itinerario risale ormai a parecchi anni fa e non verrà più aggiornata. Nel frattempo, però, i luoghi, le vie di accesso ed i sentieri potrebbero essere cambiati.
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