Mongioia (3340 m)
Da S.Anna di Bellino
valle Varaita, provincia di Cuneo
In breve
Difficoltà: EE
Punto di partenza: S.Anna di Bellino
Dislivello: 1490 m
Tempi:
Miei: 4.00 (3.05 fino al passo Mongioia, 0.55 dal passo alla vetta).
Ufficiali: per la guida "CAI/TCI": 5.00 (4.00 + 1.00), per "In Cima": 4.45.
Data escursione: agosto 2007
Accesso in auto
Da Cuneo o Torino raggiungere Costigliole Saluzzo, quindi imboccare la strada per la Val Varaita.
Arrivati a Casteldelfino, prendere il bivio sulla sinistra per S.Anna di Bellino. Proseguire fino al Rifugio Melezè (1806 m) e qui o poco oltre, presso il borgo di S.Anna, allo slargo della Fontana Fredda (1850 m, dove ha termine l'asfalto) posteggiare l'auto.
Itinerario
La prima parte dell'itinerario è in comune con l'escursione alla Punta di Fiutrusa (leggi qui l'escursione).
Allo slargo della Fontana Fredda (1850 m) numerose paline indicano a destra, tra l'altro, la direzione per il Colle di Bellino e dell'Autaret, per il Lago e il Monte Mongioia nonché per il Passo di Fiutrusa.
La mulattiera attraversa il torrente e si inerpica in direzione della caratteristica Rocca Senghi, attraversando di lì a poco un pittoresco gruppo di case di montagna, e giungendo presto ad un bivio (0.15 da S.Anna), ove occorre trascurare la deviazione a sinistra per il Colle di Bellino e il Colle dell'Autaret e proseguire invece per Mongioia e Passo di Fiutrusa.
Il sentiero raggiunge quindi le Grange Cruset (2020 m) ai piedi della Rocca Senghi, che si lascia a destra; poi - attraversato su passerella il rio - si addentra nel Vallone Varaita di Rui.
Risalito con numerosi tornantini un ripido pendio erboso, si sbuca in un pianoro erboso assai suggestivo (1.20 da S.Anna), costellato di gias, e dominato dall'imponente Monte Salza, raggiungendo le Grange Rui (2350 m).
Da qui si attraversa tutto il pianoro con lungo percorso pianeggiante fino a che ha termine (2480 m), quando il sentiero si biforca: a sinistra è indicato il sentiero per il Mongioia, mentre a destra si procede per il Passo Fiutrusa (1.50 da S.Anna).
Si prende pertanto a sinistra. Il sentiero, ben tracciato e segnalato, sale deciso lasciandosi a destra delle cascatelle, ed elevandosi progressivamente sulla conca erbosa appena attraversata (foto 1); poi raggiunge Piana Gaveot (2681 m), salendo a zig zag sulla sinistra del pianoro e portandosi, su pietrame (foto 2), sullo spartiacque Varaita / Ubaye, già in vista della vetta del Mongioia (foto 3). Si raggiunge così, senza difficoltà, il Passo Mongioia (3.05 da S.Anna)(3085 m).
Al Passo ci troviamo poco sopra il bel laghetto (Lago Mongioia, 3089 m) e nei pressi del Bivacco Boerio, una costruzione ad insolita pianta ottogonale (foto 4); la vista dal passo spazia sul versante francese, mentre a destra il terroso e detritico monte Salza appare molto vicino.
Dal Passo Mongioia l'itinerario si fa un po' più impegnativo. Si continua sullo spartiacque seguendo l'evidente traccia (foto 5), segnata da ometti e da (più rade) tacche di vernice, che risale il versante sud della montagna.
Va detto che, superato il primo costolone, ci sono numerose vie di accesso alla vetta. Ad un tratto la traccia principale (ometti e segni di vernice) continua in basso, sulla destra; ma un'altra traccia (solo ometti) prosegue in alto, sulla sinistra; questa traccia "alta" si biforca poi ulteriormente, con un ramo che incontra di nuovo la traccia principale e l'altro che sale invece per cresta (credo fino alla vetta).
Tutto questo salendo appare poco evidente, quindi è consigliabile seguire gli ometti e le tacche di vernice e tenersi sulla traccia principale, che fa passare quasi ai bordi del canalone per detriti e sfasciumi, e con percorso abbastanza ripido, lievemente aereo ma non esposto o difficile, piega verso destra (SE) e si porta proprio sotto il castello sommitale (foto 6).
A questo punto c'è un passo più impegnativo (le famose "rocce verdastre ben appigliate"…proprio quelle!) che le guide danno come passaggio di II°: si tratta di 3-4 metri di roccette (foto 7) da superare per sbucare sull'ampio crestone sommitale. Se si passa a sinistra c'è qualche esposizione, ma se si opta per la risalita a destra, anche se l'arrampicata è più difficoltosa, si evita anche la leggera esposizione (ancora foto 7).
Raggiunto così il crestone, si è alla croce di vetta in poche decine di metri, ancora per roccette ma senza problemi.
Dalla cima del Mongioia il panorama è ovviamente grandioso. Partendo da est, si spazia dai vicini Salza (foto 8), Fiutrusa e Ferra, alle lontane vette del nodo della Marchisa, dal Pelvo al Faraut. Poi i monti dell'alta valle Maira, dalle Oronaye al Sautron al Buc de Nubiera al Brec e all'Aiguille de Chambeyron, e il più vicino Maniglia (foto 9); più verso di noi la Testa di Malacosta. Verso ovest vette (a me purtroppo sconosciute) delle valli francesi, mentre più a nord tornano ad esserci le cime note, dal Pan di Zucchero al Monviso fino al Roc della Niera, la Tour Real, e per finire le Cime di Pienasea e del Lupo così "piccine" da quassù…
Il ritorno può essere fatto seguendo fedelmente a ritroso il percorso di salita oppure, se si vuole evitare il passaggio più impegnativo, si può seguire una evidente traccia che inizia a qualche metro dalla vetta (tornando indietro lungo il versante di salita). Questa traccia scende su detriti (abbastanza mobili) fino a riguadagnare la traccia dell'andata con un breve salto (che risulta comunque più facile dell'altro).
Più in basso si incontrano le altre tracce evidenziate sopra e i vari bivii, e si può indifferentemente seguire l'una o l'altra per tornare al passo.
Commento
L'escursione è lunga ma assai remunerativa. L'altezza considerevole del Mongioia ne fa una meta giustamente gettonata, dato che il panorama che offre è davvero di prim'ordine.
Fino al Passo Mongioia l'itinerario è escursionistico (E) e non presenta alcun problema. Dal passo in avanti è solo leggermente più impegnativo, perché anche se si svolge su terreno ripido e un po' meno semplice il percorso è comunque sufficientemente ben tracciato e segnalato.
Il passaggio sulle rocce verdastre è breve; scegliendo la via più ripida a destra non c'è nessuna esposizione; in discesa, vedendo dove portano le varie tracce, è stato per noi più semplice trovare vie di discesa alternative per evitarlo.
Attenzione!
La descrizione di questo itinerario risale ormai a parecchi anni fa e non verrà più aggiornata. Nel frattempo, però, i luoghi, le vie di accesso ed i sentieri potrebbero essere cambiati.
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